Giulio Rontini nasce a Vicchio di Mugello (Firenze), il 16 dicembre del 1925. Figlio del grande Ferruccio Rontini, suo unico maestro, sceglie di non sfruttare il proprio cognome già noto e, in arte, si firmerà Giulio da Vicchio. Dopo un periodo di studio dal vero, svolgerà la professione prevalentemente in studio a Livorno (sua dimora abituale), tornando comunque molto spesso in Mugello. Abile oratore, dotato di una spiccata e simpatica personalità, ha sempre curato personalmente i suoi rapporti con il pubblico pur mantenendo onestamente accordi commerciali con le vari gallerie locali, rifiutando tuttavia legami di esclusività con alcuno.
Dopo una breve esperienza nel nord Europa, nel 1953 partecipa al 1° Premio "ex tempore" (oggi Premio Rotonda), organizzato da Mario Borgiotti nella Rotonda di Ardenza; fu questa la prima iniziativa del genere organizzata in Italia.
Importante nella carriera e nella vita di Giulio, sarà il 1956; grazie ad una fortunata casualità ,soggiornerà otto mesi in Sicilia terra, che con la sua passionalità, con i suoi colori, catturò letteralmente la sua anima.
Nel 1961, invitato dal maestro Gino Romiti, entro a far parte del Gruppo Labronico; alla fine degli anni ottanta diventa Vice Presidente sotto Alberto Zampieri raggiungendo la prestigiosa carica di Presidente nel 1991, che abbandonerà però dopo appena due anni, per incomprensioni nate in seno al comitato direttivo.
Dal 1957 fino al 1973 presentò le sue opere in mostre personali e collettive nelle città di Catania, Piacenza, Parma, Cremona, Massa Carrara, Pisa, Sanremo, Milano, Toronto (Canada) e Parigi, ma viste le numerose richieste commerciali decise, negli anni successivi, di dedicarsi principalmente alla pittura e alla cura dei suoi clienti piuttosto che alle mostre; così per un lungo periodo si ritira a lavorare intensamente nel suo studio livornese. Nel 1979, dopo una breve ma importante malattia, allestì insieme all'amico e gallerista PierLuigi Ferretti un'elegantissima mostra presso "Le Scuderie di Rosignano Marittimo" (Li). Seguirono poi successivamente, altre importanti manifestazioni a Firenze, Thiene, Ivrea, Livorno (ancora una volta grazie al prezioso aiuto del Signor Ferretti ,tuttora titolare della Galleria L'Arcadia di Antignano)
Nel novembre del 1996, realizza una mostra antologica tra le più entusiasmanti della sua carriera presso le sale dell'Associazione Dante Alighieri – comitato Firenze, curata dall'amico Enrico Carlisi, e con la partecipazione di Corrado Marsan e Mario Michelucci. In quella occasione fu presentata la monografia di Da Vicchio "Una vita per la pittura" edizioni Polistampa Firenze.
Nel 2002 sarà in giuria nella 50° edizione del Premio Rotonda.
L'ultima mostra personale antologica dell'artista è stata interamente organizzata dalla figlia Alessandra ,presso la Galleria S'Andrea di Parma nel dicembre del 2002.
Artista introspettivo e di grande sentimentalismo ritrae "spaccati" di realtà ormai perdute quando esegue i mercati di paese, il lavoro duro nei campi o quando realizza scene di pescatori, che riparano le reti, piuttosto che assolati paesaggi siciliani nei quali "il silenzio" assume un fascino del tutto particolare. Nasce come paesista e torna al paesaggio anche al termine della sua vita artistica con poetici dipinti ,che tanto fanno pensare, tanto fanno sognare.
Purtroppo Giulio Rontini da Vicchio ci ha lasciati per sempre nell'autunno del 2004 ma grazie alle sue opere, presenti copiose sia nelle case di molti collezionisti, che in molte gallerie Livornesi e non, sarà sempre nei nostri cuori con la sua indimenticabile e simpatica umanità. Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, oggi sa quanto Giulio da Vicchio fosse un punto di riferimento nell'ambito della pittura labronica essendo lui stesso 'l'ultimo' artista a cavallo tra il primo ed il secondo novecento amico e frequentatore dei grandi maestri del passato dai quali godeva piena stima.
Dopo una breve esperienza nel nord Europa, nel 1953 partecipa al 1° Premio "ex tempore" (oggi Premio Rotonda), organizzato da Mario Borgiotti nella Rotonda di Ardenza; fu questa la prima iniziativa del genere organizzata in Italia.
Importante nella carriera e nella vita di Giulio, sarà il 1956; grazie ad una fortunata casualità ,soggiornerà otto mesi in Sicilia terra, che con la sua passionalità, con i suoi colori, catturò letteralmente la sua anima.
Nel 1961, invitato dal maestro Gino Romiti, entro a far parte del Gruppo Labronico; alla fine degli anni ottanta diventa Vice Presidente sotto Alberto Zampieri raggiungendo la prestigiosa carica di Presidente nel 1991, che abbandonerà però dopo appena due anni, per incomprensioni nate in seno al comitato direttivo.
Dal 1957 fino al 1973 presentò le sue opere in mostre personali e collettive nelle città di Catania, Piacenza, Parma, Cremona, Massa Carrara, Pisa, Sanremo, Milano, Toronto (Canada) e Parigi, ma viste le numerose richieste commerciali decise, negli anni successivi, di dedicarsi principalmente alla pittura e alla cura dei suoi clienti piuttosto che alle mostre; così per un lungo periodo si ritira a lavorare intensamente nel suo studio livornese. Nel 1979, dopo una breve ma importante malattia, allestì insieme all'amico e gallerista PierLuigi Ferretti un'elegantissima mostra presso "Le Scuderie di Rosignano Marittimo" (Li). Seguirono poi successivamente, altre importanti manifestazioni a Firenze, Thiene, Ivrea, Livorno (ancora una volta grazie al prezioso aiuto del Signor Ferretti ,tuttora titolare della Galleria L'Arcadia di Antignano)
Nel novembre del 1996, realizza una mostra antologica tra le più entusiasmanti della sua carriera presso le sale dell'Associazione Dante Alighieri – comitato Firenze, curata dall'amico Enrico Carlisi, e con la partecipazione di Corrado Marsan e Mario Michelucci. In quella occasione fu presentata la monografia di Da Vicchio "Una vita per la pittura" edizioni Polistampa Firenze.
Nel 2002 sarà in giuria nella 50° edizione del Premio Rotonda.
L'ultima mostra personale antologica dell'artista è stata interamente organizzata dalla figlia Alessandra ,presso la Galleria S'Andrea di Parma nel dicembre del 2002.
Artista introspettivo e di grande sentimentalismo ritrae "spaccati" di realtà ormai perdute quando esegue i mercati di paese, il lavoro duro nei campi o quando realizza scene di pescatori, che riparano le reti, piuttosto che assolati paesaggi siciliani nei quali "il silenzio" assume un fascino del tutto particolare. Nasce come paesista e torna al paesaggio anche al termine della sua vita artistica con poetici dipinti ,che tanto fanno pensare, tanto fanno sognare.
Purtroppo Giulio Rontini da Vicchio ci ha lasciati per sempre nell'autunno del 2004 ma grazie alle sue opere, presenti copiose sia nelle case di molti collezionisti, che in molte gallerie Livornesi e non, sarà sempre nei nostri cuori con la sua indimenticabile e simpatica umanità. Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, oggi sa quanto Giulio da Vicchio fosse un punto di riferimento nell'ambito della pittura labronica essendo lui stesso 'l'ultimo' artista a cavallo tra il primo ed il secondo novecento amico e frequentatore dei grandi maestri del passato dai quali godeva piena stima.